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Un museo a cielo aperto

Alla periferia di Località Acquarica si può osservare uno spettacolo unico: le tajate o cave di pietra. Questi maestosi pilastri di pietra, scolpiti dalla fatica e dai sacrifici di centinaia di uomini, hanno da sempre suscitato la curiosità dei turisti e contribuito allo sviluppo della comunità. Negli anni '60 del Novecento, 10 cave erano operative, impiegando circa 200 operai e producendo annualmente circa 25.000 metri cubi di materiale.
L'area, di circa 300 ettari, costituisce oggi un significativo patrimonio ambientale, storico e culturale, tanto da essere stata scelta come sfondo per opere d'arte, sinfoniche e cinematografiche, e inserita tra i "Tesori nascosti" del 2022 dall'UNPLI.
Il Prof. Mario Ricchiuto ha descritto le tajate come «un’opera d’arte di rara bellezza costruita dall’uomo e dalla natura e pregna di un importante significato storico - culturale (...) un’architettura al negativo, dove gli spazi vuoti corrispondono agli spazi pieni di chissà quale cattedrale, torre costiera, masseria, castello, palazzo o casa … ma quanti piezzi de ddhe cave / quante case de ddhi piezzi, scrive il poeta acquaricese Carlo Stasi nella sua poesia “Alle cave"» (Cit. Progetto Salento n. 19, Maggio 2011).
Per questo motivo, oltre a dedicare una strada, nel 2003 il Comune di Acquarica del Capo ha eretto un piccolo monumento ai cavatufi nella rotonda all'uscita per Taurisano.

Video delle Tajate

Le Tajate e la paleontologia

La zona delle Tajate è nota in paleontologia per aver restituito il primo fossile di pesce scientificamente descritto del Cretaceo superiore: l’Halec Bassani.
Geremia D’Erasmo fu il pioniere nello studio scientifico dei pesci fossili nei calcari cretacei del Salento, datati tra i 65 e gli 80 milioni di anni fa. Nel 1911, descrisse quattro esemplari provenienti da varie zone del Salento: il primo, ritrovato nel 1897 nella serra dove oggi sorgono le cave dal maestro cavatuvi Gabriele Panese, fu acquistato da D’Erasmo nel 1908 per il Museo Paleontologico dell’Università di Napoli «Federico II», dove è tuttora esposto.
Il fossile, lungo 125 mm, completo e ben conservato, fu classificato come una nuova specie e dedicato al naturalista Francesco Bassani, mentore di D’Erasmo. Fino a oggi, sono stati analizzati 413 esemplari di pesci cretacei del Salento, testimoni di un’antichissima biodiversità. Secondo Livio Ruggiero, i fossili più antichi del Cretaceo superiore provengono principalmente da Surbo, Nardò, Alessano e Acquarica.

Fossile di Halec Bassani, pesce del cretaceo rinvenuto nella zona delle cave di Acquarica del Capo

Le Tajate e la musica

Nel 2013, il paesaggio delle Tajate ha fatto da sfondo alla sofferenza della Madonna ai piedi della Croce nel video dell'opera rock sinfonica "Stabat Mater". Quest'opera, composta dal cantautore Franco Simone di Acquarica e ispirata all'omonima preghiera del XXI secolo di Jacopone da Todi, è stata portata in immagini dal regista Federico Mudoni e dal team di Springo Film. Tra i protagonisti figurano il cantautore stesso, il tenore Gianluca Paganelli (vincitore nel 2010 del programma RAI "I raccomandati"), e il rocker salentino Michele Cortese (già vincitore con gli Aram Quartet della prima edizione di “X Factor"), con gli arrangiamenti curati dal maestro Alex Zuccaro. L'opera, patrocinata dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, include dieci brani, ciascuno accompagnato da un video musicale. Particolarmente noto è il video del brano che dà il titolo all'opera, girato nelle Tajate, che ha catturato l'attenzione della critica e della stampa, ottenendo  il prestigioso “Premio Roma Videoclip 2013”, in quanto «Opera che illustra la cultura italiana nel mondo e fa avvicinare la stessa cultura al cinema».

Video dell'opera Stabat Mater di Franco Simone

Le Tajate e l'arte

Nel 2003, le Tajate hanno ricevuto l'attenzione dell'artista tedesco Jurgen Witte, che le ha incluse nel progetto "INITENERE — Percorsi d'arte nel Salento dalla civiltà della pietra all'arte multimediale", un evento sostenuto dal programma Cultura 2000 dell'Unione Europea e svoltosi in vari paesi del Salento con la partecipazione di artisti italiani, greci e tedeschi.

Witte ha portato nelle cave un'opera, una barca di 13 metri chiamata "Hotel Italia 2003" dal porto di Brindisi. Quest'opera, in maniera provocatoria, rappresenta l'enorme sforzo degli immigrati per raggiungere l'Italia, diventando così una metafora del loro punto arrivo. La barca, infatti, amplia la sua funzione divenendo albergo, posto di accoglienza provvisoria di gruppi di turisti, come anche di profughi, che hanno come meta lo sbarco sulla costa salentina.

Opera "Hotel Italia 2003" dell'artista Jurgen Witte

Le Tajate e il cinema

Le cave di Acquarica sono state selezionate per le riprese di alcune scene della commedia "School of Mafia" (2021), con Nino Frassica come protagonista e la regia di Alessandro Pondi, al suo terzo film dopo "Chi m'ha visto" (2017) con Pierfrancesco Favino e Beppe Fiorello e "Tutta un'altra vita" (2019) con Enrico Brignano e Paola Minaccioni. Il film è stato girato tra il Lazio e la Puglia, con set a Nardò, Otranto e Acquarica del Capo, e prodotto da Rodeo Drive in collaborazione con RAI Cinema. Specificamente, le Tajate sulla S.P. San Nicola sono state impiegate per rappresentare "la cava di Mimmo Panebianco", ruolo affidato a Mario Pupella. Il cast include, oltre a Frassica e Pupella, attori del calibro di Paola Minaccioni, Fabrizio Ferracane, Emilio Solfrizzi, Tony Sperandeo, Paolo Calabresi, Giuseppe Maggio, Guglielmo Poggi, Michele Ragno, Gianfranco Gallo, Paola Lavini, Maurizio Lombardi, Alessandra Carrillo, Giuseppe Nardone, Simon Rizzoni, Giulio Corso, Monica Vallerini e Giulia Petrungaro.

Scena del Film "School of Mafia"  presso le cave di Acquarica

Le Tajate e la fede

Oltre alla recente rappresentazione dello "Stabat Mater" da parte di Franco Simone, le cave di Acquarica furono utilizzate nel 1978 da Don Tito Oggioni Macagnino (missionario eroe in Rwanda e Parroco) per allestire il presepe dei giovani. L’intuizione di Don Tito di utilizzare un ambiente così pregno di significato per la storia di Acquarica non passò inosservata agli occhi di Francesco Pedaci, il «Notaio poeta», che per l’occasione compose una poesia in vernacolo, «Lu Presepiu alle cave», definendolo un «avvenimento eccezionale».

Scena dell'Annunciazione del Presepe dei Giovani del 1978
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