Indice
Le origini della Chiesa
L'attuale chiesa della Madonna del Ponte fu progettata nel 1883 dall'Arch. Carlo Luigi Arditi di Castelvetere da Presicce. Il progetto originario prevedeva un impianto a croce latina di grandi dimensioni ma l'assenza di fondi indusse a ridimensionarlo a un'unica navata per iniziativa dell'Agronomo Carmelo Cantoro. Nel 1898, su sua istanza, il Consiglio Comunale deliberò l'erezione di una nuova chiesa "poiché la vecchia cappella è già atterrata e non vi sono rimasti altro che i ruderi". Cantoro coordinò i lavori di costruzione su un suo nuovo progetto, i quali furono eseguiti dal 1901 al 1923, culminando con l'inaugurazione del 31 maggio 1924 e la benedizione di Don Carlo Brigante che vi celebrò la prima Messa.
La chiesa attuale sorge nelle vicinanze delle rovine di un'antica cappella dedicata alla Madonna, risalente alla prima metà del secolo XVII, tanto che nel 1688 era già considerata "vecchia".
Gli altari della precedente cappella erano anche detti di Santa Maria della neve o Santa Maria Bambina: quest'ultima dedica si ricollega al fatto secondo cui, durante la violenta alluvione che colpì il paese nella seconda metà del XVIII secolo, la statua lignea di Maria Bambina si salvò miracolosamente dalle acque che scorrevano vorticose sotto un antico "ponte" (antiche opere idrauliche poste sull'intersezione di Parco delle Rimembranze, via E. Coletta e Corso Dante); da allora nacque la credenza popolare che le campane della cappella (una delle quali traslata presso la Chiesa di Santa Maria dei Panetti) allontanino i temporali.
La dedica a Santa Maria della Neve forse attesta l’antica devozione per la Madonna della Neve, presente in molti paesi di Terra d’Otranto e spesso legata alla presenza delle neviere (strutture per la conservazione della preziosa neve): non è un caso che l'attuale Via Giuseppe Giannuzzi nei pressi della chiesa, nel 1600 fosse chiamata Via Neviera e che in quella zona del paese esiste un rione chiamato "Navera".
L'antica cappella misurava metri 10x15 e occupava buona parte del percorso stradale, mentre quella attuale risulta arretrata di alcuni metri per necessità di allineamento con quella che era Via Umberto I (oggi via E. Coletta), e per rappresentatività all'ingresso del paese. Tale redistribuzione degli spazi fudeliberata tra il 1883 e il 1890 assieme al risanamento igienico del luogo a causa della presenza di un vecchio sepolcreto.
La pianta dell'edificio attuale misura metri 10x24 ed è costruita in conci di tufo delle cave locali.
La statua della Madonna del Ponte
La statua lignea della Madonna del Ponte è stata oggetto di un recente restauro ad opera di Claudia Schmidt da Salve e Erika Nutricati da Ugento, finanziato dalla C.E.I. e dai fondi dell'8x1000, che ha permesso di liberarla da pitture posteriori e stuccature grossolane portando alla luce elementi storici interessanti.
Realizzata in legno policromo (cm 60 x 60 x 150) rappresenta "Maria bambina" in atteggiamento implorante, aiuto dei fedeli. Il restauro ha confermato la data di realizzazione e ha fornito informazioni sull'autore: "TOMM[AS]O ZONNO (?) [...] F[ECIT] 1749". Inoltre, nel cartiglio alla base, dove si legge la suddetta iscrizione, è emerso lo stemma raffigurante due leoni che assaltano una lepre, presente anche alla base dell'altare intitolato a San Carlo Borromeo (attestato nel 1767) nella Chiesa Parrocchiale, che alcuni attribuiscono alla famiglia Panzera, mentre altri lo riconducono alla famiglia Ducale di Alessano.
Negli anni '30 del XX secolo, Carmelo Cantoro, commissionò alla ditta Guacci di Lecce una statua più grande e più bella, ma la popolazione non la accettò mai completamente: per questo motivo la nuova venne chiusa in una nicchia e si è continuò a portare in processione quella antica.
Gli altari e le opere
Mons. Tommaso De Rossi, durante la visita pastorale del 1711, riferisce che nella precedente Cappella del Seicento era presente "un antico altare di Santa Maria dei Dolori" su cui si celebravano undici messe all'anno per volontà e lascito di un tale D. Giulio De Blasi, presbitero di Acquarica, nato nel 1603, ordinato sacerdote nel 1634 e nominato parroco nel 1660. Il nome dell’altare, molto probabilmente si ricollega alla tradizione dei sette dolori che afflissero la Madonna nella sua vita terrena, numero che ricorre anche nella devozione dei Pellegrinnaggi alle chiese delle “Sette Madonne” per chiedere Grazie (specie per le puerpere) tra le quali figura la Cappella della Madonna del Ponte.
L'attuale edificio è a navata unica con sei pilastri, di circa un metro quadrato di base, posti lungo le pareti laterali e che scandiscono gli spazi interni, formando tre arcate. Essi terminano con una base, e in alto, con cornici lavorate.
Presenta una semplice facciata, delimitata lateralmente da due paraste e termina con un frontone triangolare spezzato affiancato da due pinnacoli.
Al centro è presente un portale, sovrastato dall'antico stemma di Acquarica del Capo e da un finestrone rettangolare a vetri.
L’interno è illuminato da un rosone sulla parete di fondo e da quattro finestroni, due su ciascun lato. Lungo le pareti laterali si aprono inoltre sei arcate a forma di cappellette, sormontate da archi circolari, al di sopra delle quali scorre l’architrave. A sinistra abbiamo una prima arcata vuota, mentre la seconda contiene l’altare della Madonna del Carmine e la terza l’altare dei SS. Medici; a destra la prima contiene il confessionale in legno, la seconda l’altare della Sacra Famiglia con dipinto di P. Baldelli da Napoli, la terza l’altare di Maria Bambina o del Ponte (fatto realizzare nel 1933 dai genitori del Ten. Luigi Marzo, Medaglia d'Argento al Valore Militare durante la Prima guerra mondiale). Tutti gli altari custodiscono una tela.
L'interno termina nel presbiterio che accoglie l'altare maggiore lapideo (1923) decorato a finti marmi.
Nel presbiterio sono presenti stipi a muro con la statua in cartapesta dei Santi Medici Cosma e Damiano (1926) a sinistra e della Vergine a destra. Notevoli le statue in cartapesta del Sacro Cuore (1929), di San Francesco d'Assisi (1920-1929, realizzata nel Laboratorio Febbraro Antonio di Taurisano) e quella di San Vito (1949).
Sulla sinistra del presbiterio compaiono il pulpito e la cantoria, entrambi in legno.
Il pavimento, offerto da Carlo Ratano nel 1923 e realizzato dalla ditta Spinelli di Galatina, è in mattoni di cemento aventi disegno a fiori bianchi con contorni rosso, nero e rosa, tutto su fondo verde. Nel 1966 fu costruita una nuova sacrestia.
Dall’esterno è inoltre visibile il la graziosa torre campanaria, con elementi decorativi che richiamano quelli del fastigio, a base quadrata e sormontata da una guglia piramidale centrale, la quale si innesta sopra un angolo del fabbricato.
Fonti
AA.VV. Istituto Comprensivo Statale Acquarica del Capo, "Acquarica del Capo - percorsi nel territorio e nella memoria", Editrice PrintLeader, 2001;
AA.VV., "La provincia di Lecce" (1898:A. 3, apr., 3, fasc. 14)
Brigante Antonio, "Acquarica del Capo in cammino - Linee storiche dalle origini all'Unità", 2004, Gino Bleve Editore;
Palese Salvatore, "Restauro della Chiesa della Madonna del Ponte di Acquarica del Capo", Ufficio Beni Culturali, 2022;
Poso Regina (a cura di), "Simulacri sacri - statue in legno e cartapesta del territorio C.R.S.E.C. di Ugento", Regione Puglia, Grafema, 2000;
Sito Internet del Comune di Acquarica del Capo;
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