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Le origini della devozione in Acquarica del Capo
San Carlo Borromeo (1538 - 1584) è Patrono di Acquarica del Capo e si festeggia il 4 novembre, ma se il giorno non cade di domenica, le celebrazioni solitamente si spostano a quella successiva. Come affermato dal Prof. Mons. Salvatore Palese, Acquarica del Capo può essere considerata "come l’epicentro salentino più continuo della devozione al santo milanese, fino ai nostri giorni".
La scelta quale Santo protettore è dovuta alla guarigione miracolosa che il barone di Acquarica, Fabrizio Guarino "il Giovane", ottenne per sua intercessione agli inizi del 1600. L'episodio, riportato da Mons. Tommaso De Rossi nel 1711, narra che il barone, colpito gravemente da pestilenza a Napoli, fece voto, in caso di guarigione, di costruire in paese una nuova chiesa in onore del Borromeo, con la cui famiglia pare esistesse anche una lontana parentela.
Recuperata prontamente la salute, Fabrizio eresse la chiesa innanzi al suo Castello, e San Carlo divenne il nuovo Patrono prendendo il posto di San Giovanni Battista.
La Parrocchia vanta il primato di essere stata la prima in Terra d'Otranto (oltre che l'unica fino al 1684, quando fu intitolata anche quella di San Marzano nei dintorni di Taranto) dedicata al Santo Cardinale milanese, canonizzato nel 1610 e ricordato tra i massimi riformatori della Chiesa cattolica assieme a Sant'Ignazio di Loyola e San Filippo Neri, nonché anima e guida della Controriforma.
La Reliquia
Nella chiesa, ubicata in Piazza San Carlo di Loc. Acquarica, si conserva la reliquia dei capelli del Santo all'interno di un ostensorio argenteo del XVIII secolo.
Nel 2011, in occasione del quarto centenario della canonizzazione (1610 - 2010), dal 10 al 15 maggio si svolsero cinque giornate di solenni celebrazioni, nell'ultima delle quali, durante la Santa Messa (presieduta da S.E. il Cardinale Salvatore De Giorgi, il Vescovo Mons. Vito Angiuli e Don Beniamino Nuzzo) fu esposta alla venerazione dei fedeli la preziosa reliquia del cuore del Santo, fatta giungere dalla Basilica dei Santi Ambrogio e Carlo al Corso a Roma.
La diffusione della devozione a Presicce
Nel corso del XVII secolo, attraverso altari, icone, benefici e legati, la devozione per il Santo si diffuse in maniera straordinaria in numerosi centri della Terra d'Otranto, tra i quali la vicina Presicce: qui, nel luglio 1619, Francesco e Antonia Stasi fondarono un beneficio, in attesa di costruirsi una cappella nella chiesa matrice; a ciò provvide un benestante, Valentino dei Valentini: si celebravano otto messe al mese, sul muro era dipinta l’immagine del Santo e nel 1704 fu costruito un nuovo altare.
Sempre a Presicce, la famiglia Duca fondò un legato dalle cui rendite si celebravano otto messe al mese. Nel 1711, nella chiesa Parrocchiale di Presicce, presso l’altare del Santo vi era una tela: quando alla fine del XVIII la chiesa fu ricostruita, sull'altare della Madonna del Carmine fu sistemata la tela raffigurante San Carlo e la Madonna che intercedono per le anime del Purgatorio.
Parco San Carlo
A testimonianza della devozione al Santo Patrono, nell'aprile del 1985, a seguito della donazione da parte degli eredi del Dott. Ermenegildo Villani di parte del giardino del loro palazzo, il Comune fece posizionare al centro del parco, esteso per circa 4200 mq, una statua di bronzo del Santo realizzata da uno scultore di Roma, con basamento in pietra di madregrazia, recante la seguente iscrizione: "Perché il popolo acquaricese / nel suo pensare e operare / si ispiri ai fulgidi esempi / del Santo Patrono / Carlo Borromeo / uomo di grande fede / pastore forte e saggio / servo instancabile dei poveri / A.D. 1985 / L'Amministrazione Comunale". Nel 2023 il giardino ha subito un ulteriore intervento di riqualificazione con rimozione di parte del vecchio muro di cinta al fine di creare un unico spazio con Piazza dell'Amicizia.
Le tradizioni popolari: "lu porcu de San Carlo" e la "focareddha"
Anticamente in preparazione della festa, gli abitanti allevavano durante l'anno un maiale: questo veniva lasciato libero di circolare per le strade e, andando di casa in casa, mangiava gli avanzi offertigli dalle famiglie, aspetto questo da cui è derivato il detto "mancu lu porcu de San Carlu!" ("neanche fosse il porco di San Carlo!") riferito a quelle persone che mangiano in vari luoghi a spese altrui. Qualche giorno prima della ricorrenza, il maiale veniva macellato per poi essere cucinato e venduto in piazza il giorno della festa; il ricavato era destinato alle spese sostenute per i festeggiamenti. Questa antica usanza sopravvive al giorno d'oggi nella "sagra del maiale" allestita solitamente per la serata della festa.
I piatti della tradizione sono la pasta fatta in casa (orecchiette e minchiareddi, gnocchi, maccheroni, lasagne) e le verdure (cicureddhe, verze, cavoli), oltre che ovviamente la carne di maiale. Da un aneddoto popolare, pare che un pasto tradizionale legato al Santo fosse la minestra di cavoli.
Un'altra tradizione attesta come in passato, alcuni giorni prima dei festeggiamenti, i fedeli raccogliessero la legna abbandonata nelle campagne, trasportandola con i traini e accatastandola nella "piazzetta Maleni" (l'attuale Piazzetta della Costituzione) per preparare il falò (focareddha) da accendere alla vigilia. Questa tradizione è rimasta viva fino agli anni '80 del XX secolo, seppure i luoghi dell'accensione siano mutati nel tempo.
La festa e la fiera
Attualmente la festa patronale, che ha luogo in località Acquarica nella prima decade di novembre, è preceduta dalla novena presso la chiesa dedicata al Santo e si caratterizza per la solenne processione accompagnata da un concerto bandistico.
Durante i riti religiosi i fedeli intonano il caratteristico inno al Patrono: "Oh San Carlo / dall'alto dei cieli / mira il popol fedel che ti onora / suo Patrono ti chiama ed ogn'ora / il tuo nome scolpito ha nel cuor".
Le strade del paese che ospitano la celebrazione sono illuminate dalle tradizionali e tipiche luminarie e in serata è possibile assistere a spettacoli o concerti. A questa si accompagnano numerosi piccoli eventi come le degustazioni di prodotti tipici salentini, la Festa del dolce e un Mercatino di beneficenza. Infine, l’ultima serata si conclude con una spettacolare esibizione di fuochi d’artificio.
All’evento è associata la grande Fiera Mercato, le cui origini risalgono al 1838, quando Re Ferdinando II di Borbone, con Real Decreto del 7 marzo, autorizzò il Comune a celebrarla nella prima domenica seguente il 4 novembre di ciascun anno.Giornale del Regno delle Due Sicilie" del 1° giugno 1842).
Fonti
AA.VV. "Giornale del Regno delle Due Sicilie" del 1° giugno 1842;
AA.VV. Istituto Comprensivo Statale Acquarica del Capo, "Acquarica del Capo - percorsi nel territorio e nella memoria", Editrice PrintLeader, 2001;
Brigante Antonio, "Acquarica del Capo in cammino - Linee storiche dalle origini all'Unità", 2004, Gino Bleve Editore;
Giuseppina Perrone, "Il culto di San Carlo nel Mezzogiorno d'Italia" all'interno di"I Quaderni del Castello" n. 8 - Conferenze al Castello di Peschiera Borromeo, Gruppo Amici della Storia Locale “Giuseppe Gerosa Brichetto”, Maggio 2017
Palese Salvatore, "Ricerche sul culto e sugli influssi di S. Carlo Borromeo in Terra d'Otranto", in "Archivio storico Pugliese", XXXVIII, 1985, Tipografica Editrice, Bari.
Sito del Comune di Presicce-Acquarica
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