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  • Immagine del redattorePro Loco Acquarica del Capo

Alessandro Giannuzzi (1892 - 1935)


Teatro "Garibaldi" a Foiano della Chiana
Teatro "Garibaldi" a Foiano della Chiana

Alessandro Giannuzzi, ultimo di sette figli di Luigi (Segretario comunale di Acquarica del Capo dal 1881 al 1921) e Vittoria Carrozzini, nonché nipote dell'illustre latinista Prof. Don Giuseppe Giannuzzi, nacque ad Acquarica del Capo nel 1892. Dopo aver studiato a Napoli alla scuola di canto dell’insigne Maestro Cav. Reale, esordisce il 9 settembre 1913 ad un concerto a Santa Maria di Leuca alla presenza della «più eletta aristocrazia della ridente marina e dei paesi limitrofi», diretto da Luigi Ratiglia di Tricase (definito il «mago del contrabbasso», uno dei pochi grandi contrabbassisti italiani). Durante l’evento, il giovane tenore «cantò applauditissimo la romanza del "Rigoletto" Ella mi fu rapita» riuscendo a «trascinare a fragorosi applausi l’uditorio».

Nel 1914 la «Tribuna» e il «Nuovo Giornale» di Firenze celebrarono il grandissimo successo riscossa dal Giannuzzi al suo primo debutto teatrale, avvenuto la sera del 19 marzo al Teatro «Garibaldi» di Foiano della Chiana (Arezzo) «affollato d’un pubblico elegante ed intelligente. Fu dato il Rigoletto che ebbe una splendida esecuzione...il seratante fu festeggiatissimo. Ebbe calorosi appalusi a scena aperta e numerose chiamate al proscenio. Egli cantò splendidamente insieme al soprano signorina Tamaroglio il duetto finale del 1. atto della Traviata. … Al giovane e valoroso tenore Giannuzzi furono offerti molti pregevoli doni ch’egli conserverà come ricordo delle solenni onoranze e del sincero tributo di affetto e di stima che la cittadinanza colta e gentile di Foiano, volle con tanta spontaneità di sentimento tributargli in riconoscimento delle sue ottime qualità artistiche, le quali sono sincero presagio di un avvenire lieto e brillante». In particolare, il periodico «La Provincia di Lecce» riporta tra i doni dei Foianesi una pergamena in ricordo del suo esordio a teatro.

Il successo ottenuto dal Giannuzzi fece sì che questi venisse presto invitato nei salotti delle famiglie benestanti di Acquarica: nella serata del 4 agosto 1914, presso la casa del Notaio Pedaci, accompagnato al piano da D. Giacinto Corvaglia, interpretò la romanza «Una furtiva lagrima» (Elisir d’amore), di cui venne richiesto il bis, e «Questa o quella» (Rigoletto); l'evento risulta dalla stampa dell'epoca, la quale scrisse che «nelle romanze «Dei miei bollenti spiriti», «Un dì felice», nella «scena della borsa» (Traviata) il giovane tenore spiegò la sua voce e fece gustare le più delicate sfumature dell’arte. In «Ella mi fu rapita», «La donna è mobile» (Rigoletto), «Salve, dimora» (Faust), riportò un vero trionfo». Tra i numerosi presenti in quella serata vi furono Egilda Mauro, moglie del Cav. Noè Stasi, e Dama di Compagnia della Regina, e il Prof. Don Giuseppe Giannuzzi.

Subito dopo, ritornò a Milano per progredire negli studi di canto lirico, tanto che nel gennaio del 1915 venne scritturato al Teatro Politeama di Treviso per «L’amico Fritz» di Pietro Mascagni, nella stagione teatrale di Carnevale.

Il 19 agosto 1915 ritornò ad Acquarica in occasione del trigesimo della tragica morte del Sottotenente Angelo Pedaci, figlio del Notaio Francesco, caduto in battaglia sul Monte San Michele. In tale occasione Alessandro Giannuzzi pronunciò un discorso assieme al Dott. Vito Caputo di Melissano e allo studente Scarcella.

Il 9 agosto 1916 tornò protagonista assieme al Soprano Elena Benedetti della stagione lirica al Politeama di Lecce con «La sonnambula» di Vincenzo Bellini ottenendo recensioni molto positive.

Le sue esecuzioni riscossero sempre grande successo di critica come dimostrano i numerosi articoli a lui dedicati dal «Corriere Meridionale» e dal periodico «La Provincia di Lecce».

Tuttavia la Prima Guerra Mondiale e la riorganizzazione dell'esercito italiano interruppero la sua brillante carriera: dalle fonti storiche risulta allievo della Scuola Ufficiali di complemento di Caserta e Sottotenente di complemento della Sussistenza (ramo del commissariato militare incaricato del servizio di vettovagliamento) con assegnazione al Distretto di Lecce dal 27 luglio 1918. Fu successivamente assegnato al Distretto di Firenze e riconosciuto permanentemente inabile al servizio militare, passando in congedo assoluto con il grado di Tenente dal 2 marzo 1929. Morì pochi anni dopo ad Acquarica del Capo, a soli 43 anni, il 19 febbraio 1935, lasciando una moglie e due figlie, Anna e Luigia.

(Fonti: La Provincia di Lecce (1913: A. 19, set., 21, fasc. 36); La Provincia di Lecce (1914: A. 20, mar., 29, fasc. 13) "I nostri artisti - il tenore Alessandro Giannuzzi"; Corriere meridionale (1914: A. 25, ago., 13, fasc. 32) "Il tenore Giannuzzi"; La Provincia di Lecce (1915: A. 21, gen., 17, fasc. 2); La Provincia di Lecce (1915: A. 21, set., 5, fasc. 33) "Per un caduto"; Corriere meridionale (1916: A. 27, ago., 10, fasc. 30); Corriere meridionale (1916: A. 27, ago., 17, fasc. 31) "La stagione lirica al Politeama"; Bollettino ufficiale delle nomine, promozioni e destinazioni negli ufficiali e sottufficiali del R. esercito italiano e nel personale dell'amministrazione militare, Anni 1918, 1929 e 1939; A. Brigante e T. Ventura, "Giuseppe Giannuzzi - Poeta e latinista acquaricese", Romeo Corchia Editore, 2007)

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