Indice
La devozione in Località Acquarica
La chiesa è ubicata in Piazza Municipio, nel cuore del Borgo di località Acquarica, ed è dedicata a San Giovanni Battista, Patrono di Acquarica del Capo sino al 1619, anno in cui venne sostituito da San Carlo Borromeo per volere del Barone Fabrizio Guarino Junior a causa di un miracolo di guarigione ricevuto.
Il Santo veniva già raffigurato secoli prima nella Chiesa della Madonna dei Panetti e nella Cappella di San Nicola di Myra presso Celsorizzo e, nel 1700, la sua venerazione nella Diocesi era quasi pari a quella per Sant'Antonio da Padova e a quella per San Carlo.
La devozione in Località Presicce
Nella vicina Località Presicce esiste un'altra chiesa seicentesca dedicata a San Giovanni Battista, anche se nota ai più come Chiesa della Madonna del Carmine, fatta costruire per volere del benefattore Martino Alfarano, originario di Acquarica. Questi, nel 1599, lasciò eredi dei suoi beni i Padri Carmelitani di Lecce con l'obbligo di fondare un convento a Presicce e di edificarvi una chiesa intitolata al Santo Patrono del suo paese natale.
L'edificio di culto e la Confraternita
Nell'edificio di culto ha sede la Confraternita di Maria Santissima Assunta in Cielo, una delle più antiche, risalente al 1670 come attestato dalla Pergamena di Fondazione e ancora oggi luogo di vivo interesse dei confratelli che si iscrivono ogni anno all’associazione.
L'antica chiesa, risalente al XVI secolo,"una volta era parrocchiale e circa cento anni fa venerabile come da bolla delle indulgenze per i confratelli", come scrive Mons. Tommaso De Rossi nel 1711. Secondo lo storico Antonio Brigante, la Chiesa di San Giovanni e quella della Madonna dei Panetti "possono essere coesistite come parrocchiali nella seconda metà del Cinquecento: una per il Casale [ di Celsorizzo] e l'altra per il borgo. Ed è verosimile che la chiesa di S. Giovanni sia diventata l'unica chiesa parrocchiale nel 1595".
L'edificio subì un crollo nel 1820, e i confratelli la ricostruirono sulla stessa area nel 1828 a loro spese e “con danaro di pie e spontanee largizioni” (cit. G. Arditi) dedicandola alla Madonna Assunta. Tali fatti sono attestati anche dall'epigrafe latina posta sulla porta d'ingresso:
"Pax Multa...Legem Tuam Sacellum Hocce, Olim Templum Parrocchiale Confratres Expensis Suis Fundamentis Aedificare Facerunt Et Jesu Inclitae Matri in Caelium Assuntae Dedicavere A.R.S MDCCCXXVIII"
(Traduzione: «Una grande pace a chi segue la tua legge. Questo tempietto una volta chiesa Parrocchiale i confratelli a loro spese dalle fondamenta fecero riedificare e alla gloriosa Madre di Gesù in cielo Assunta dedicarono. Anno della Redenzione MDCCCXXVIII»).
I profondi rimaneggiamenti effettuati nel XIX secolo forse furono la causa degli abbattimenti degli altari di San Giacomo (di cui troviamo tracce di un beneficio risalente al 1666) e del Crocefisso (1686). Presenta una pregevole facciata caratterizzata da forme ancora rococò e delimitata lateralmente da due paraste. Una nicchia, posta al centro del maestoso frontone, ospitava la statua di San Giovanni in legno d'ulivo (XVIII sec.).
Il portale è sormontato da uno stemma con l’iscrizione della confraternita e da un finestrone con arco a tutto sesto; sulla destra è presente una meridiana in pietra leccese (cm 70 x 30) posta a 5 metri dal suolo, forse residuo della chiesa originale.
Addossato al transetto destro, in fondo alla costruzione, sorge il campanile in stile barocco a base quadrata con due campane rispettivamente del 1890 (opera di "Giuseppe Olita da Lecce fuse a divozione di fu Salvatore Macagnino e suo erede Carlo Colella”) e del 1952 (realizzata da "Giustozzi Nicola - Figlio - Fonderia Trani"). La torre campanaria si caratterizza nella ricchezza delle lesene e negli aspetti scultorei del coronamento: essa ha il castello simile a quello della chiesa di San Carlo, mentre la parte terminale, sormontata su un basamento ottagonale, presenta un rigonfiamento e un successivo restringimento che culmina con una pigna.
Sul muro posteriore esterno si nota un’iscrizione greca deteriorata, tradotta da A. Jacob, illustre studioso di monumenti bizantini in Terra d'Otranto: "La pia compagnia (confraternita) dell'Assunzione nei cieli della Santissima Vergine Maria ha ultimato il santuario nell'anno del signore 1838"; secondo lo storico Prof. Don Salvatore Palese, il termine "ultimato" potrebbe significare "completato con l'aggiunta di una parte", essendo la riedificazione databile al 1828.
La chiesa ha una sola navata con transetto laterale destro e un arco a tutto sesto separa il presbiterio dalla navata.
All'interno della Chiesa si trovano numerosi beni di interesse artistico, storico e archeologico censiti dal Ministero della Cultura all'interno del Catalogo generale dei beni culturali.
Sui muri laterali della navata sono situate su mensole in legno le statuette in terracotta di San Filippo Neri, San Giuseppe e San Pietro a destra, Santa Lucia, San Paolo e San Carlo a sinistra. Di quest'ultimo, è presente un affresco ottocentesco sulla volta del presbiterio, in un tondo disposto simmetricamente a quello di S. Giovanni, e una tela del XIX secolo situata sulla porta di ingresso che lo raffigura con San Vito ai lati della Madonna Assunta.
Sono presenti, altresì, un pulpito in legno e, accanto all’entrata, due antichi scranni di legno e due file di panche poste sui muri laterali che offrivano il posto ai confratelli durante le cerimonie.
Pregevoli sono l'altare maggiore in pietra leccese e l'altare laterale dedicato alla Madonna Addolorata; a sinistra del transetto è posto un altare con tela della Deposizione e in basso la statua in cartapesta di Gesù morto (XX sec., restaurato nel 1947 dai coniugi Cantoro Giacomo e Palese Addolorata). Al di sopra dell’altare è visibile l’organo a canne con ringhiera in ferro, forse risalente al XVII secolo.
All'interno dell'edificio trovano posto interessanti manufatti lignei, di fattura napoletana, come quello di San Giovanni Battista (seconda metà del XVIII sec.) e quelle in cartapesta di Santa Lucia (XIX sec., restaurata nel 1927 da Gennaro Alfonso per devozione di Urso Luigi e Ciullo Agata, e custodita in un pregiato scarabattolo del primo quarto del XX sec.), della Madonna Addolorata (anni '30 del XX sec.), di Gesù Bambino (1931), di Cristo Risorto (anni '50 del XX sec.), di San Francesco Saverio (XX sec.) e della Madonna Assunta (fine XVIII - inizio XIX sec.).
La volta del presbiterio è abbellita da due affreschi ovali raffiguranti la Madonna Assunta (in alto) e la SS Trinità (in basso). Fiancheggiano l’affresco dell’Assunta due tele ovali con San Giovanni Battista e Santa Lucia.
Il pavimento è in mattoni di cemento bianco, grigio e rosso. Dopo il 1970 sono stati aggiunti degli arredi nei pressi dell'altare, realizzato in legno pregiato assieme all'ambone.
Fonti
Bortone G., Cazzato C., Costantini A., "Schede degli elementi di valenza documentale e monumentale - Acquarica del Capo", Elaborato G, Associazione dei Comuni di Acquarica del Capo e Presicce, 2018;
Brigante A., "Acquarica del Capo in cammino - Linee storiche dalle origini all'Unità", 2004, Gino Bleve Editore;
Palese Salvatore e Brigante Antonio, "Le Quattro Chiese Madri", Congedo Editore, 2001;
Poso regina (a cura di), "Simulacri sacri - statue in legno e cartapesta del territorio C.R.S.E.C. di Ugento", Regione Puglia C.R.S.E.C. Ugento, Grafema, 2000;
Ministero della Cultura, Catalogo generale dei beni culturali;
Sito Internet del Comune di Acquarica del Capo;
Le CHIESE delle Diocesi ITALIANE Chiesa di San Giovanni Battista <Acquarica del Capo> - - Acquarica del Capo - Ugento - Santa Maria di Leuca - elenco censimento chiese (chiesacattolica.it).
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