Secondogenito di Marcantonio Guarino ex barone di Lequile, risollevò le sorti della famiglia che con Giovanni Paolo Guarino era stata al centro di una congiura antispagnola in favore dei Francesi di Francesco I, perdendo Acquarica per fellonia.
Grazie all'indulto emanato nel 1530 da Carlo V in favore dei baroni accusati di tradimento (con esclusione di quello di Ugento), Fabrizio riacquistò Acquarica del Capo per 1300 ducati da Ferrante Dell'Escas, inaugurando così un periodo di floridezza per il centro.
Nel 1532 sposò Isabella Guidano e in seconde nozze Lucrezia Scaglione (+1558).
Nel 1545, il Guarino acquistò da Claudio Lubello, Barone di Sanarica, per ducati 3500, il vicino feudo di Cicinitio (oggi Celsorizzo): Fabrizio, che fu un esperto di falconeria (tanto da scrivere un trattato rimasto inedito) qui costruì nel 1550 la bellissima torre colombaia da ben 2100 nicchie, per dedicarsi al diletto della caccia, come testimonia la seguente iscrizione:
"FABRICIUS GUARINUS COLUMBARIUM HOC FRUCTUS AUCUPANDIQUE CAUSSA CONSTRUXIT SIBI SUIS AMICISQUE ANNO D.N.I. MDL"
(tradotto: "Fabrizio Guarino fece costruire questo colombario per sé e per i suoi amici per (ottenerne) il frutto e per l'uccellagione, nell'anno del Signore 1550").
In quest'ottica tentò di ripopolare e potenziare il vecchio casale di Cicinitio, a quel tempo degradato a feudo e ormai abbandonato, ma il tentativo andò a vuoto anche per la scarsezza di acque sorgive presenti invece nella vicina Acquarica. Con Fabrizio Guarino Senior, come ci dice il Sigliuzzo,"gli avvenimenti di Cicinitio si fondono e confondono talvolta con quelli di Acquarica del Capo per collegarsi successivamente a quelli di Alessano".
Ebbe cinque figli: Lucrezia (che fu monaca Benedettina), Porzia, Ottavio (capostipite dei Baroni e poi Duchi di Poggiardo), Vespasiano (il cui figlio, Fabrizio Guarino Junior, fece costruire la Chiesa di San Carlo Borromeo) e Vittoria (che nel 1561 sposò Cesare Paladini dei Baroni di Lizzanello).
Morì nel 1559 e il primogenito Vespasiano pagò il rilievo del feudo Cicinitio e di Acquarica, vendendo nel 1587 quest'ultima e una parte di Salve a sua moglie Silvia Delli Falconi, Baronessa di Sant'Elia, beni che riacquistò qualche anno dopo.
Fonti
Brigante Antonio, "Acquarica del Capo in cammino - Linee storiche dalle origini all'Unità", 2004, Gino Bleve Editore;
Marino Salvatore, "Celsorizzo in Acquarica del Capo", Grafema, 1999;
Tasselli Luigi, "Antichità di Leuca", Eredi Pietro Micheli, 1693;
Torsello Andrea, "Gli Ayerbo d’Aragona e la loro fortuna ad Alessano tra XVII e XIX secolo" in "Controcanto - Periodico d'informazione Culturale", anno XIII, n. 3, Alessano, Settembre 2017;
Stasi Carlo, "Dizionario enciclopedico dei salentini", Edizioni Grifo, 2018.
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