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  • Immagine del redattorePro Loco Acquarica del Capo

Frantoio ipogeo di Celsorizzo


Frantoio Ipogeo di Celsorizzo
Frantoio Ipogeo di Celsorizzo

Si ipotizza che i monaci seguaci di San Basilio, prima e dopo le incursioni dei Saraceni nel IX e X secolo, si insediarono ai piedi delle Serre, dove intorno all'XI secolo scavarono una cripta nella zona di Celsorizzo, al pari di quella collocata nelle vicinanze della Chiesa della Madonna dei Panetti.

Secondo alcuni autori, la cripta divenne un frantoio ipogeo, forse il più antico di Acquarica, prima a servizio della grancia basiliana e poi del Casale di Celsorizzo. Secondo altri, invece, il frantoio potrebbe essere stato costruito molto dopo, intorno al XVI secolo, dai Guarino, che in tale periodo fecero erigere la vicina Torre Colombaia e cercarono di ripopolare il vecchio casale.

Ingresso del frantoio ipogeo di Celsorizzo
Ingresso del frantoio ipogeo di Celsorizzo

Il frantoio è costituito da una grotta di forma circolare con diametro di 8 metri circa. In origine doveva essere più ampio e composto almeno di un altro ambiente circolare, delle stesse dimensioni di quello rimasto, o forse più grande: tale parte tuttavia crollò a sud della torre fortificata di Celsorizzo.

La parte rimasta contiene sette nicchie scavate nel tufo, di cui tre grandi (metri 3 x 1 di profondità) e tre piccole e le tracce del frantoio, tra cui l'alloggio per il torchio alla calabrese e il suo basamento, ed una bocca nella volta della roccia sovrastante, di forma circolare (metri 1,2 di diametro). L'ipogeo di Celsorizzo e quello della Madonna dei Panetti, sono gli unici due esempi in località Acquarica di frantoi con torchi alla calabrese.


(Fonti: Salvatore Marino, "Celsorizzo in Acquarica del Capo, 1999, Grafema; Antonio Brigante, "Acquarica del Capo in Cammino - Linee storiche dalle origini all'Unità", 2004, Gino Bleve Editore; AA.VV., "Sud Salento - Linee Guida per l'inventario del patrimonio culturale e territoriale", Sviluppo del sistema di e-government regionale nell'Area Vasta Sud Salento, settembre 2016)


SCHEDA DEL CATASTO DELLE GROTTE DI PUGLI
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