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  • Immagine del redattorePro Loco Acquarica del Capo

Le edicole votive in località Acquarica


Passeggiando per i vicoli del borgo di Acquarica e le stradine di campagna, è possibile ammirare piccole nicchie che testimoniano un passato in cui la Fede è tra i valori più forti e sentiti. Si tratta delle edicole votive (o sacre), termine che deriva dal latino aedicula (tempietto) e che, a partire dal XII secolo, diventa sinonimo anche di tabernacolo eucaristico e capitello votivo.

Custodi di immagini sacre, erano costruite per ringraziare i Santi, Gesù o la Madonna per una grazia ricevuta o scongiurare calamità naturali, ma anche per ricordare un defunto.

Queste forme di “arte minore” costituiscono il segno indelebile dell’identità di un popolo e dei suoi valori: adornate di fiori e illuminate da lumini, richiamano l’immagine di uomini e donne che, in sosta per qualche minuto, depongono un fiore, recitano una preghiera o si radunano per il Rosario.

Le edicole votive svolgevano anche il ruolo di punto di riferimento per orientare viandanti e pellegrini, sorgendo spesso in corrispondenza di crocevia o luoghi significativi. In alcuni casi nelle vicinanze poteva anche esservi un pozzo d’acqua, una cisterna o delle vasche per il ristoro di chi vi passava.

Caratteristico è il nome che in dialetto viene dato a questi tabernacoli: “cuneddhre”; il termine deriva dal greco “iconos” che significa icona (cioè immagine), poi trasformato in iconella (piccola icona/immagine) e poi volgata in “cuneddhra” Sono tipici i detti salentini sul “fare u giru te cuneddhre” (fare il giro delle iconelle) che significa andare a far visita o trovare le famiglie o per luoghi del paese.

Nel centro storico di Località Acquarica, oltre al Cristo e alla Madonna, i Santi più rappresentati sono Sant'Antonio da Padova (che dà il nome a un rione alle spalle del vecchio Municipio) e Santa Lucia; di particolare interesse storico è la piccola edicola votiva raffigurante la "Pietà" (risalente alla seconda metà del XVIII secolo) posta sulla facciata di Palazzo Marzo in via della Resistenza, censita all'interno del Catalogo generale dei beni culturali del Ministero della Cultura. Un altro esempio interessante è rappresentato dalle cinque edicole monumentali del Calvario, progettate dall'Arch. Antonio Tempesta di Taurisano, sorte nel 1952 per iniziativa di Alfredo Giulio e Addolorata Olimpio come ringraziamento a Gesù Cristo per la grazia di guarigione ricevuta dal figlio Salvatore: a quest'ultimo, infatti, in coma e colpito da male terminale, nel luglio del 1944 apparve in sogno la figura del Cristo in cammino sul luogo dove oggi sorge il monumento, e subito guarì.

In alcuni casi le edicole presso le abitazioni si presentano vuote: spesso, durante i cambi di residenza, i Santi venivano "trasferiti" nella nuova dimora per seguirne i proprietari.


(Fonti: Pino De Nuzzo, "La casa a corte bizantina nel centro antico di Casarano", Regione Puglia, C.R.S.E.C. LE/46 Casarano, Martignano Litografica Editrice, 2006; Don Beniamino Nuzzo, Arch. Giuseppe Bortone, Prof. Antonio Brigante, Prof. Salvatore Marino, Fabrizio Ferraro, Gigi Palese, “Il Calvario – Acquarica del Capo 1952-2002"; Foto firmate su gentile concessione di Donato Monsellato; Ministero della Cultura, l Catalogo generale dei beni culturali)

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