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Immagine del redattorePro Loco Acquarica del Capo

Le macàre o masciàre (streghe)



Le streghe pugliesi erano chiamate macàre o masciàre, ed erano viste con sospetto e timore, quindi collocate in un'ottica negativa, soprattutto dal punto di vista religioso cristiano.

Tra i servigi più richiesti a queste strane figure, che per secoli sono state una realtà in Puglia, si ricordano lo scioglimento di fatture e malocchi, lo spezzare l’invidia, l’allontanamento dalla paura e tutta una serie di opere atte a guarire diversi mali comuni, dal mal di pancia al torcicollo.

Il Magistrato leccese Luigi Giuseppe De Simone (1835 - 1902), i cui interessi spaziarono dall’archeologia alla filologia, dall’arte all’etnologia, dalla letteratura al folklore, ci ha lasciato questa breve e divertente testimonianza del fenomeno in Terra d'Otranto e in particolare in Acquarica del Capo:

«Masciari e Masciare esistono tuttavia in T. d ’O. I più celebri sono quelli di Soleto, Acquarica del Capo, Martano, Seclì. Li consultano, fin da lontano, per lettere, e per messaggeri orali, ed essi piluccano di buona ragione il popolino; negli scorsi secoli ben severamente eran puniti a colpi di frusta a corpo nudo, in pubblica piazza (Cino, Cronaca Ms. di Lecce, anno 1680, ed altrove). Principali loro occupazioni sono scuoprir le cose occulte, fabbricare lu Pupu, curare i morbi.

Nel 1864 una donna di Taviano aveva consegnato ad un Tizio L. [Lire] 5, perché le avesse fatto costruire, in Acquarica del Capo, un Pupu di quelli che servono per farsi amare.

Tizio consumò a suo vantaggio le L. 5, e non pensò di far costruire il Pupu.

La donna allora lo citò innanzi il Conciliatore chiedendo fosse condannato a restituirle le L. 5. Il convenuto «eccepì in linea di difesa dicendo: Nulla debbo, perché il danaro lo con segnai alla Magara che mi ha mancato di parola non mi havendo consegnato il Pupu».

È inutile parlar della sentenza profferita da quel magistrato, che non si scrive novelle. Anch’io, nel tribunale di Lecce, ho giudicato due frodatori che si erano spacciati Maghi ad alcuni gonzi, che ne rimasero abbindolati e truffati. Pelle fabbriche de’ Pupi V. Beyerlinck, op. cit., § Maleficium".

Le parole di De Simone sono riprese qualche anno dopo dal pediatra Dott. Cesare Musatti, direttore de «L’igiene infantile» (Venezia) nella rubrica «Bolgia dei pregiudizi», dove sono trattate «senza misericordia tutte le infinite superstizioni, come pure tutti i falsi proverbii di questa o di quella provincia d’Italia, che hanno relazione colla salute dei fanciulli». In particolare, con tono sarcastico viene criticato aspramente l’atteggiamento delle madri che si rivolgono alle streghe per curare le malattie dei figli, fornendo anche uno spaccato interessante e curioso delle usanze di Terra d'Otranto:

«Ci sono degli uomini, che hanno il triste privilegio di arrecare altrui la mala ventura, indovinate un po’ con che cosa? Con gli occhi! Sicuro; vi guardano e siete bell’e rovinati. Cotesta roba la dicono fascino; e fascinatori quelli che lo possiedono. I fascinatori poi possono esercitarlo volontariamente, come gli stregoni e le streghe; ovvero involontariamente, come quelli che portano occhiali, gli straboni, i frati, le vecchie, i gufi e le civette. Un bambino è per esempio consumato da lento malore? Gli è per colpa del fascino di qualcheduno. E se tu vai in Terra d’Otranto, e glielo guardi a una bella mamma il suo angioletto, e lo lodi e lo accarezzi perché è carino, perché ti piace; poveretto lui, se non aggiungi subito; Diu lu guardi, o Diu lu bene dica! l’hai sciupato, morrà presto.

Buono, che la mamma ha preso a tempo le debite precauzioni sospendendogli al collo, o legandogli al braccio un amuleto; vale a dire qualche medaglia coll’effigie di un Santo, oppure 50 centimetri di nastro benedetto in nome di Santa Lucia o di S. Pantaleo, o un cornetto di corallo, o una manina d’osso coll’indice e mignolo distesi e le altre dita serrate...... Che se poi l’amuleto, tanto per far onore al suo nome, si diportasse da mulo, ed il bambino cadesse ammalato parimente; a che il confondersi? Non ci son forse i masciari e le masciare, (stregoni) che oltre a discuoprire le cose occulte e fabbricare lu Pupu, guariscono le malattie? Né crediate già questi masciari persone di poca levatura: i più celebri di essi (quelli di Soleto, di Martano, di Acquarica del Capo, ecc.) vengono consultati fin da lontano per lettere e per messaggeri orali.

Fatto sta che intanto si continua da costoro anche oggi a piluccare il buon popolino di santa ragione; e mentre un secolo fa venivano puniti in pubblica piazza con colpi di frusta a corpo nudo, oggi niuno ardisce disturbarli, o alla peggio, con qualche mese di prigione se la passano poco meno che liscia».


(Fonti: Luigi Giuseppe De Simone, "La vita della terra d'Otranto" contenuto ne "La Rivista europea", Anno VII, Volume IV, Fascicolo III, 1876; Cesare Musatti, «Bolgia dei pregiudizi» rubrica de «L’igiene infantile», numero 1, 1 giugno 1878, Venezia, Tipografia Ancora)

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