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  • Immagine del redattorePro Loco Acquarica del Capo

Le quattro profezie di Fra' Ruffino


Emilio Guarino e Maria Paladini - scenda tratta da "Seconde Nozze" regia di Claudio D'Attis
Emilio Guarino e Maria Paladini - scenda tratta da "Seconde Nozze" regia di Claudio D'Attis

Estrema povertà, umiltà e servizio fraterno furono le attitudini che contraddistinsero la vita di Fra’ Ruffino da Lecce (+1636) dell'Ordine dei Cappuccini. Sostenitore della devozione agli Angeli custodi - tanto che molte Nobildonne raccontarono di aver visto materializzarsi il suo angelo durante la Messa - «Fù dotato dello spirito di Profetia, e predisse diverse cose molto tempo avãti. Ogn’anno prediceva à frati quanti ne dovevano morire da un Capitolo all’altro; e bene spesso venendo al particolare confidava talora à qualchuno più intrinseco chi precisam.te haveva da morire, e così succedeva».

La sua vita è piena di episodi legati alla nobiltà salentina raccolti nel «Catalogo de’ Sogetti più illustri tra Capuccini della Provincia d’Otranto (1657)» di Francesco da Pulsano.

Uno di questi è riportato da Benedetto da Copertino ed è legato a Emilio Guarino, Barone di Alessano, Acquarica e Celsorizzo, e a sua moglie Maria Paladini (nata il 6 luglio 1597 da Ferrante, Barone di Campi, e da Lucrezia Albrice, figlia del Marchese di Salice) la quale è la protagonista della seguente storia.

«Alla Sig.ra Marchesa di Campie predisse, in una volta quattro cose; ciòè, che dal primo marito havrebbe havuta figlie tutte femine senza veruno maschio, e col secondo marito havrebbe havuta tutti maschi senza femine, nel che predisse prima le figlie femine, che doveva havere dal primo marito; secondo la morte del Signor suo marito, che doveva morir prima d’essa Sig.ra, terzo il passare alle seconde nozze; e quarto l’haver d’haver tutti figli maschi dal 2° marito, e tanto à punto successe, come il servo del Sig.re haveva predetto».

Le cose in effetti andarono così. Nel 1616 Maria sposò Emilio Guarino, figlio di Fabrizio Guarino Junior, antico Barone di Acquarica del Capo, e dal matrimonio nacquero tre figlie, Laura, Lucrezia e Anna.

Emilio, tuttavia, si ammalò e, sentendosi prossimo alla fine, restituì nel 1623 tutti i beni al padre Fabrizio, risiedente ad Acquarica, nominandolo tutore delle figlie ancora bambine.

Maria rimase vedova a soli 26 anni, ereditando una vasta zona da Alessano, Valesio (Torchiarolo) a Salice; come era usanza del tempo, fu necessario cercare subito un nuovo marito che amministrasse i possedimenti: accadde così che Giovanni Enriquez, marchese

di Squinzano, Grande di Spagna e Reggente del Consiglio collaterale di Napoli, senza conoscerla, la chiese in sposa tramite una lettera dove specificava i tre motivi della sua dichiarazione: la ‹dote›, la bellezza e i modi raffinati e ‹galanti› che solo lei poteva aver acquisito per via delle sue origini.

Il 17 febbraio 1625 i due si sposarono a Campi, dove fu festa per tre giorni, e nel 1635 si trasferirono a Madrid dove Maria e le figlie furono accolte a Corte.

Come profetizzato, Maria ebbe tutti figli maschi senza femmine dal secondo matrimonio: Gabriele Agostino, Francesco, Andrea più altri due figli — Giuseppe e una femmina, Teresa — che morirono infanti.

Nel 1637 la figlia, Laura Guarino, divenne prima Duchessa di Alessano con titolo conferito da Isabella di Borbone, moglie di Filippo IV Re di Spagna.

 

Sul secondo matrimonio di Maria Paladini, la Parrocchia di Santa Maria delle Grazie di Campi Salentina ha realizzato un cortometraggio dal titolo «Seconde Nozze», con la sceneggiatura di Sara Argentiero, le musiche di Francesco Pezza e la regia di Claudio D’Attis, che si propone qui di seguito.


(Fonti: Alfredo di Napoli, “Secundum Regulam ex eleemosinis – Il Salento e i suoi Frati Cappuccini (Secoli XVI- XVII), presentazione di Mons. Benigno L. Papa, Bari 2017, L’Aurora Serafica; Andrea Torsello, "Gli Ayerbo d’Aragona e la loro fortuna ad Alessano tra XVII e XIX secolo" in "Controcanto - Periodico d'informazione Culturale", anno XIII, n. 3, Alessano, Settembre 2017; Luigi Tasselli, "Antichità di Leuca", Eredi Pietro Micheli, 1693; La Triputeana Villula | Il Tacco d'Italia (iltaccoditalia.info) )



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