Gli abitanti di Acquarica del Capo sono soprannominati «patimori», dal nome di un personaggio vissuto nel paese qualche secolo fa. Sulle origini di questa figura quasi «leggendaria» ci sono varie versioni.
Secondo alcuni racconti «lu Patimori» altri non sarebbe che un tale Ippazio Moro, abitante del posto, che dedito al lavoro nei campi piuttosto che alla vita culturale e sociale venne così soprannominato in senso dispregiativo.
Secondo altra versione Ippazio Moro era uno storpio («sciancatu») originario del vicino Comune di Presicce che, per sfuggire ai pesanti scherzi dei suoi compaesani, si era rifugiato ad Acquarica e per tale ragione gli venne augurato di «Patire» e «Morire».
Per sopravvivere, faceva il mestiere più umile ed utile di tutti, ovvero raccogliere per le strade lo sterco lasciato dai cavalli, per poi rivenderlo ai massari che ne ricavavano concime, in cambio di una pagnotta: grazie alla sua attività le strade del paese, a differenza di quelle di altri paesi, erano sempre pulite.
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