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Immagine del redattorePro Loco Acquarica del Capo

Masseria fortificata Colombo (Sec. XVI)


Masseria fortificata Colombo - Località Acquarica
Masseria fortificata Colombo - Località Acquarica

Situata in Contrada Colombo, da cui prende il nome, la massiccia torre di questa masseria s’impone sulle modeste costruzioni adiacenti, al centro di un territorio caratterizzato da cave dismesse, sul tracciato della via romana «Sallentina», importante asse viario che da Alezio portava a Ugento, Morciano e Veretum, passando da Pompignano.

Coronata da massicce mensole che reggevano originariamente il parapetto, la masseria fortificata è munita di tre caditoie poste in asse con le due finestre del piano superiore e con la porta del piano terra: da queste gli assediati, messisi a sicuro sul tetto della torre, gettavano olio bollente o pietre per difendersi.

Planimetria di Masseria Colombo
Planimetria di Masseria Colombo

La torre, rinforzata sul prospetto da un contrafforte che ne ha modificato il profilo, rappresenta il nucleo originario del complesso: essa si sviluppa su due piani, originariamente collegati da una caditoia nella volta raggiungibile attraverso una scala a pioli ed attualmente da una scala ricavata nel vano retrostante.

Nel 1798 risultava abitata da tale Vito Capozzi da Acquarica del Capo, con la moglie e otto figli. La masseria divenne di proprietà del Dott. Bernardino Grezio da Lucugnano, il quale aveva dei possedimenti a Gemini, e poi di Camillo Grezio, proprietario dell’antico Palazzo Grezio-Maggio in località Acquarica, il quale la utilizzava come residenza estiva.

Il complesso, di proprietà privata, in buone condizioni statiche e discreto stato di conservazione, ha una superficie calpestabile di 180 mq; era utilizzato fino ad alcuni decenni fa come deposito di attrezzi agricoli, in quanto una parte del terreno di pertinenza (circa 8 ettari) era coltivato a oliveto.

Nei pressi di Masseria Colombo, a 105 metri sul livello del mare, si trovava lo «Specchiullo», un’antica specchia (cumulo di pietre con funzioni funerarie o di vedetta) che nel Catasto fondiario del 1807 segnava il confine tra i territori di Acquarica del Capo e Presicce.

Segnalata dal Prof. Cosimo De Giorgi come scomparsa già agli inizi del 1900, dello Specchiullo si conservano solo alcune tracce: situato, secondo Carmelo Sigliuzzo, al centro dell’antico casale di Pompignano «in un suggestivo ambiente di romanità, ove affiorano saltuariamente frammenti di terraglie e qualche rara moneta dell’età repubblicana o imperiale, ha fatto fiorire una serie di leggende», legate spesso alla presenza di tesori («acchiature») come quella della «Pila incantata di Pompignano».

(Fonti: Istituto Comprensivo Statale Acquarica del Capo, «Acquarica del Capo — percorsi nel territorio e nella memoria», Editrice PrintLeader, 2001; Arch. G. Bortone, Arch. C. Cazzato, Prof. A. Costantini, «Schede insediamenti e elementi rurali», Elaborato I, Associazione dei Comuni di Acquarica del Capo e Presicce, 2018; Cosimo De Giorgi, «Le specchie in Terra d’OTranto» in «Rivista storica salentina», Anno II, Stabilimento tipografico Giurdignano, Lecce, 1905; Francesca Ruppi (a cura di), «I manoscritti di Carmelo Sigliuzzo», Vol. 1, Edizioni Grifo, 2010; Specchia «Specchiullo» — Carta dei Beni Culturali della Regione Puglia (cartapulia.it) Fondazione Semeraro — Masseria Colombo (galcapodileuca.it))

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