Oronzo Sammali nacque a Taurisano il 29 settembre 1657, nell'anno successivo all'epidemia di peste che, secondo la tradizione, risparmiò la Terra d'Otranto per intercessione di Sant'Oronzo. Nel 1658 i genitori si trasferirono ad Acquarica del Capo, paese d'origine della madre, Paola Caccetta, proveniente da una famiglia benestante (indicata anche come Caccetti e Calcater) e discendente di Tommaso Caccetta, colui che fece erigere intorno al 1620 l’altare, oggi scomparso, di Santa Maria di Costantinopoli nella Chiesa di San Carlo Borromeo. Ebbe un fratello, Antonio, e fu zio del Suddiacono di Alessano, Oliviero Romano.
Personalità colta e dal multiforme ingegno, fu abile pittore oltre che religioso: sua è infatti la preziosa tela (3 x 2 m) «il Miracolo di S.M. della Strada» (1688) — tutelata dal Ministero della Cultura e conservata presso la Chiesa Matrice della Trasfigurazione di Taurisano — raffigurante il miracolo della Madonna che salvò un mercante di preziosi mentre attraversava il fitto bosco là dove ora sorge l’omonima chiesa di Taurisano.
A lui è attribuito l’imponente e magnifico affresco, in tardo stile barocco, dedicato alla Vergine Assunta in Cielo che occupa quasi tutta la parete dell’abside della chiesa della Madonna di Pompignano, sovrastando l'antico affresco del XVI secolo. Come scrive Don Fabrizio Gallo «la composizione iconografica ricorda quella del più celebre dipinto dell’artista veneto, Tiziano. Gli apostoli guardano attoniti il sepolcro dove, secondo una tradizione antica, attinta tra l’altro dai vangeli apocrifi, avevano sepolto il corpo della Madonna dopo una solenne liturgia esequiale».
Don Oronzo prese a cuore il restauro di questo edificio di culto, completandolo nel 1701 con l’aiuto dei fedeli: nelle iscrizioni in perfetto latino, a lui attribuite e presenti sulla facciata e all’interno della chiesa, si parla della cappella da tempo abbandonata e della venerazione (evidentemente già presente in quel luogo) che doveva essere ripresa verso quell’antica «immagine celestiale» della Vergine.
Nel 1695 fece erigere in Acquarica l’altare di Sant’Agostino presso la Chiesa di San Carlo Borromeo, una rarità se si considera che Mons. Tommaso De Rossi durante la Visita Pastorale del 1711 scrive che solo nella vicina Salve era presente la venerazione per il Santo di Ippona, e forse non è un caso che il cognome Sammali sia particolarmente diffuso in questo paese. Presso tale altare, a quel tempo ben ornato ma oggi scomparso, Don Oronzo fondò nel 1697 la Confraternita di Sant'Agostino, ottenendo «la concessione dell’indulgenza per tutti i confratelli e l’aggregazione all’Arciconfraternita di Bologna» la cosidetta confraternita dei "cinturati". Don Oronzo,infatti, ogni Domenica chiamava con la campana i confratelli, che si distinguevano per una cintura benedetta (probabilmente quella degli Eremitani Agostiniani) recitando assieme a loro 13 volte il Padre nostro e l’Ave Maria, mentre nella quarta domenica di ogni mese si faceva una processione in suffragio dei defunti.
Divenne Arciprete di Acquarica del Capo nel 1709 dove vi rimase sino alla morte avvenuta il 10 ottobre 1725.
Fonti
Brigante Antonio, "Acquarica del Capo in cammino - Linee storiche dalle origini all'Unità", Gino Bleve Editore, 2004;
Galante Lucio, "Pittura in Terra d'Otranto: (secc. XVI-XIX)", Congedo, 1993;
Marino Salvatore, "Tracce di Storia in Acquarica del Capo, Le iscrizioni - I campanili", Edizioni Leucasia, 2001;
Palese Salvatore:
"Le confraternite laicali della diocesi di Ugento nell'epoca moderna", in "Archivio storico pugliese" 28, 1975.
"Le confraternite dell'estremo Salento in età moderna 2", estratto da “Le confraternite in età moderna 2 , atti del Seminario internazionale di Studi – 27-28 29 aprile 1989, Schena Editore;
(a cura di),"L'origine della parrocchia di S. Carlo Borromeo e la cononologia dei suoi parroci" in "Acquarica del Capo 1970", Ed. Salentina, 1970;
Stasi Carlo, «Dizionario enciclopedico dei salentini», Ed. Grifo, 2018;
https://diocesiugento.org/la-madonna-assunta-di-pompignano-uno-sguardo-verso-leternita/
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