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Tito Oggioni Macagnino (1930 - 2002)

Indice

Don Tito Oggioni Macagnino (a sinistra) e Don Tonino Bello
Don Tito Oggioni Macagnino (a sinistra) e Don Tonino Bello (Foto: www.dontoninobello.info)

Gli inizi e l'amicizia con Don Tonino Bello

Tito Oggioni Macagnino nacque a Milano il 14 aprile 1930. A causa della prematura scomparsa dei genitori visse con la sorella Carla in un orfanotrofio di Bari gestito dalle suore.

Nel 1936 venne adottato da due coniugi di Taurisano, Giuseppe Macagnino e Margherita Di Salvo i quali, nonostante le difficoltà economiche, adottarono successivamente anche la sorella.

Dopo aver svolto gli studi ginnasiali nel Seminario Vescovile di Ugento e quelli liceali nel Pontificio seminario regionale di Molfetta, frequentò i corsi accademici presso la Facoltà teologica "San Luigi " di Napoli, risiedendo nell'annesso seminario dei padri Gesuiti e conseguendo la licenza in Sacra Teologia.

L'11 luglio 1954 fu ordinato sacerdote nella chiesa parrocchiale di Taurisano, svolgendo il suo primo ministero sacerdotale in Alessano al fianco dell'Arciprete Don Carlo Palese. Ben presto le sue doti furono apprezzate dai superiori, che lo chiamarono a insegnare e collaborare nel Seminario Vescovile di Ugento.

Nel 1957 fu nominato Direttore dell’Ufficio Missionario della Diocesi di Ugento e a partire dal 1958, per dieci anni, fu assistente diocesano della Gioventù maschile di Azione Cattolica. Nello stesso anno fu nominato Canonico del Capitolo della Cattedrale di Ugento e Pro-Rettore del Seminario Vescovile di Ugento, e l'anno successivo canonico teologo.

Dall'Annuario della Diocesi del febbraio 1970 risulta che fosse uno degli esaminatori prosinodali e consigliere dell'Ufficio catechistico, componente della Commissione per l'arte sacra e membro del Consiglio amministrativo della Diocesi, oltre che Promotore di Giustizia nel Tribunale Ecclesiastico diocesano.

Nel 1960 divenne Rettore del Seminario affiancato dal Vicerettore Don Tonino Bello: i due divennero amici e svilupparono una proficua collaborazione, tanto da essere soprannominati “i Santi Medici Cosma e Damiano”.


L'attività pastorale in Acquarica del Capo

Don Tito iniziò a fare il parroco in Acquarica del Capo il 30 settembre 1962 e con Bolla Pontificia del 10 ottobre 1962 fu ufficialmente nominato Arciprete dalla Parrocchia San Carlo Borromeo. Qui fu capace di modificare tradizioni consolidate: abolì le tariffe delle Messe e educò all’anonimato delle offerte; inoltre, la Parrocchia di Acquarica fu la prima della Diocesi a rendere pubblico il bilancio.

Tra gli anni Sessanta e Settanta volle che si studiassero i fatti le vicende di Acquarica: incaricò Don Salvatore Palese di organizzare una raccolta di indagini che confluirono nell’opuscolo “Acquarica del Capo 1970” (al quale parteciparono studiosi come il giovane Prof. Antonio Brigante e il Notaio Francesco Pedaci che scrisse alcuni componimenti in dialetto Acquaricese) insieme a pubblicazioni di saggi su aspetti storici e sociali, che contribuirono alla creazione della identità acquaricese". Nel 1964 si aggiunse l'istituzione della biblioteca parrocchiale, costituita inizialmente da circa 300 volumi.

Tra gli anni Settanta e Ottanta, a seguito dell’introduzione delle leggi sul divorzio e sull’aborto, Don Tito insistette sulla necessità di sostenere il valore della famiglia e della vita nella sacralità del matrimonio promuovendo la diffusione del movimento END (Equipe Notre Dame).

Nel gennaio 1978 ideò il foglio di collegamento “Insieme per crescere”, distribuito ogni quindici giorni alle famiglie: dalle 275 lettere inviate agli acquaricesi emerge la figura di un sacerdote che desidera mantenere un quotidiano dialogo con la propria gente, attraverso insegnamenti religiosi, morali, spirituali, sociali, a volte esprimendo sdegno e amarezza davanti ad alcuni avvenimenti ma facendo appello alla speranza, alla partecipazione, all’impegno e alla condivisione.

Oltre all’attività pastorale, legò il suo nome alla realizzazione della nuova chiesa Madre con annesso oratorio e relativi impianti sportivi, convinto che l’oratorio rappresentasse uno strumento di aggregazione dei giovani, dove trovare spazi e stimoli per curare anima e corpo.

Alla fine degli anni Settanta il salone dell’oratorio divenne centro di attività ricreative, teatrali e di formazione: Acquarica del Capo, diventò in poco tempo una delle sedi in cui si svolgevano dibattiti e conferenze culturali con personalità note come Italo Mancini (presbitero, filosofo, teologo, storico della filosofia e accademico italiano), Luigi Bettazzi (Vescovo di Ivrea e presidente di Pax Christi, movimento cattolico internazionale per la pace) e David Maria Turoldo (presbitero, teologo, filosofo, scrittore, poeta e antifascista italiano).


Missionario fidei domum

Memore dell'esperienza fatta in Rwanda (Africa) nell'agosto del 1987, dove fu ospite delle Suore Discepole di Gesù Eucaristico, Don Tito scrisse una lettera l'8 gennaio 1991 al Vescovo Mons. Mario Miglietta, chiedendo di essere inviato in quel luogo come missionario Fidei Donum; seguì la risposta del Vescovo: “È il Signore a chiamarti per suscitare, tramite te, un più ardente spirito missionario nella nostra comunità diocesana”.

Fu così che il 22 gennaio 1991 ricevette il mandato missionario nella Cattedrale di Ugento e il 27 gennaio, prima di partire, si congedò alla comunità acquaricese con parole colme di fede, speranza e profondo affetto.

Il 29 gennaio, all’aeroporto di Brindisi ricevette un biglietto da parte di Don Tonino Bello che esprimeva affetto e stima nei suoi confronti:

«Dio sa come avrei voluto salutarti e abbracciarti e inginocchiarmi davanti a te per ricevere la tua benedizione, prima della tua partenza...

Il Signore ti custodisca nel cavo della sua mano ovunque tu metta i tuoi passi...

Aiutaci da lontano, don Tito. Perché recuperiamo tutti un nuovo gusto di vivere...

Grazie per ciò che hai fatto per me fin da quando entrai in seminario. Grazie per l’esemplarità con cui hai sorretto i primi passi del mio sacerdozio.

Tu non lo sai, ma ti sono debitore di tante cose...

Ti abbraccio.

don Tonino»

Per dieci anni fu a servizio della Diocesi di Kigali come educatore e professore del seminario Diocesano di Ndera, dedicando gli ultimi anni della sua vita ai poveri, agli orfani, alle vedove ai carcerati e agli ammalati e condividendo le sofferenze della sanguinosa guerra etnica avvenuta in Rwanda nell’aprile del 1994. Tale periodo fu inframmezzato da un breve rientro di un anno in Italia, durante il quale fu Cappellano dell’Ospedale “Card. Panico” di Tricase.

Morì improvvisamente in Rwanda il 19 novembre 2002 e fu sepolto nel cimitero di Taurisano.


I riconoscimenti

In suo ricordo venne pubblicato la raccolta "Carissimi", a cura del Prof. Don Salvatore Palese, che riunisce le 275 lettere inviate da Don Tito agli Acquaricesi dal 1978 al 1991.

Nel 2014, fu pubblicato il libro "Don Tito Oggioni Macagnino - Una pedagogia sulle orme del Concilio Vaticano II", scritto dalla giornalista e pedagogista Daniela Casciaro nell'ambito della collana "Pandemonium", sotto la direzione scientifica della Prof.ssa Anna Maria Colaci dell'Università del Salento, in cui emerge la figura e il pensiero educativo del sacerdote alla luce del fervore del Concilio Vaticano II.

Il 29 novembre 2014, con una cerimonia solenne presieduta da Mons. Vito Angiuli, Vescovo di Ugento-Santa Maria di Leuca, gli fu intitolato l’oratorio parrocchiale di Acquarica mediante una lapide commemorativa apposta nell’atrio del sagrato della chiesa Madre.


(Fonti: Daniela Casciaro, "Don Tito Oggioni Macagnino - Una pedagogia sulle orme del Concilio Vaticano II", 2014, Milella; Carissimo don Tito… | dontoninobello.info; Salvatore Palese (a cura di), "Carissimi - lettere di don Tito Oggioni Macagnino agli Acquaricesi - 1978 - 1991", Parrocchia San Carlo Borromeo, Pubbligraf, 2002)

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