Tito Oggioni Macagnino (1930 - 2002)
- 30 ott 2020
- Tempo di lettura: 9 min
Aggiornamento: 15 ott
Indice

Gli inizi e l'amicizia con Don Tonino Bello
Tito Oggioni Macagnino nacque a Milano il 14 aprile 1930. Rimasto orfano in tenera età, visse con la sorella Carla presso un orfanotrofio di Bari gestito dalle suore.
Nel 1936 fu adottato da Giuseppe Macagnino e Margherita Di Salvo, coniugi di Taurisano che, nonostante le ristrettezze economiche, accolsero successivamente anche la sorella Carla, offrendo a entrambi una nuova famiglia.
Compiuti gli studi ginnasiali presso il Seminario Vescovile di Ugento e quelli liceali al Pontificio Seminario Regionale di Molfetta, proseguì la formazione accademica presso la Facoltà Teologica “San Luigi” di Napoli, risiedendo nel seminario annesso dei Padri Gesuiti e conseguendo la licenza in Sacra Teologia.
L'11 luglio 1954 fu ordinato sacerdote nella chiesa parrocchiale della Trasfigurazione di Nostro Signore Gesù Cristo in Taurisano, svolgendo il suo primo ministero sacerdotale in Alessano al fianco dell'Arciprete Don Carlo Palese. Le sue qualità umane e spirituali furono presto riconosciute dai superiori, che nello stesso anno lo chiamarono a ricoprire il ruolo di Vicerettore del Seminario Vescovile di Ugento, dove nel 1956 assunse anche l’incarico di docente. Fu in quel periodo che Don Tito incontrò per la prima volta il giovane seminarista Tonino Bello, descrivendo così quel momento: «Ricordo le lacrime di quel ragazzino confuso e smarrito quando i parenti, la mamma soprattutto, andarono via e rimase solo con i seminaristi e i superiori. Aveva paura di non farcela e voleva tornare a casa da mamma Maria. Non so cosa dissi e feci per distrarre e confortare il novellino, ma la serata andò per il meglio tra presentazioni, conoscenze e ricreazione improvvisata nei corridoi. Nei giorni successivi tutto si rasserenò! Venne a trovarlo anche il suo parroco. E la vita del seminario andò avanti».
Nel 1957 fu nominato Direttore dell’Ufficio Missionario della Diocesi di Ugento e, a partire dal 1958, per un decennio, fu assistente diocesano della Gioventù maschile di Azione Cattolica. Nello stesso anno fu nominato Canonico del Capitolo della Cattedrale di Ugento e Rettore del Seminario Vescovile di Ugento, incarico che rivestì sino al settembre del 1962. L'anno successivo fu designanto canonico teologo.
Secondo l'Annuario della Diocesi del febbraio 1970, risultava tra gli esaminatori prosinodali, consigliere dell'Ufficio Catechistico, componente della Commissione per l'Arte Sacra e membro del Consiglio Amministrativo della Diocesi, oltre che Promotore di Giustizia presso il Tribunale Ecclesiastico diocesano.
Nel 1960 in qualità di Rettore del Seminario, fu affiancato da Don Tonino Bello, divenuto Vicerettore, e da allora i due divennero amici e svilupparono una proficua collaborazione, tanto da essere soprannominati “i Santi Medici Cosma e Damiano”.
L'attività pastorale in Acquarica del Capo
Don Tito assunse l’incarico di parroco ad Acquarica del Capo il 30 settembre 1962 e, con Bolla Pontificia del 10 ottobre dello stesso anno, fu ufficialmente nominato Arciprete della Parrocchia San Carlo Borromeo. Fin da subito si distinse per la capacità di cambiare prassi consolidate: abolì le tariffe per la celebrazione delle Messe, educò all’anonimato delle offerte e introdusse una prassi di trasparenza amministrativa, rendendo pubblico il bilancio parrocchiale, primo caso nella Diocesi di Ugento.
Tra gli anni Sessanta e Settanta, animato dal desiderio di valorizzare la memoria collettiva, promosse uno studio sistematico sulla storia e le vicende di Acquarica: affidò a Don Salvatore Palese il coordinamento di una raccolta di indagini che confluirono nell’opuscolo “Acquarica del Capo 1970”, al quale contribuirono studiosi come il giovane Prof. Antonio Brigante e il Notaio Francesco Pedaci che scrisse alcuni componimenti in dialetto acquaricese, insieme a pubblicazioni di saggi su aspetti storici e sociali, che contribuirono alla creazione della “identità acquaricese".
Nel 1964 istituì la biblioteca parrocchiale, inizialmente composta da circa 300 volumi, segno tangibile dell’impegno culturale e formativo per la comunità.
Negli anni Settanta e Ottanta, in risposta all’introduzione delle leggi sul divorzio e sull’aborto, Don Tito insistette sulla necessità di sostenere il valore della famiglia e della vita nella sacralità del matrimonio, promuovendo la diffusione del movimento END (Equipe Notre Dame) volto a rafforzare la spiritualità coniugale.
Nel gennaio 1978 ideò il foglio di collegamento “Insieme per crescere”, distribuito ogni quindici giorni alle famiglie: dalle 275 lettere inviate agli acquaricesi emerge la figura di un sacerdote che desidera mantenere un quotidiano dialogo con la propria gente, attraverso insegnamenti religiosi, morali, spirituali, sociali, a volte esprimendo sdegno e amarezza davanti ad alcuni avvenimenti ma facendo appello alla speranza, alla partecipazione, all’impegno e alla condivisione.
Accanto all’impegno pastorale, legò il suo nome alla realizzazione della nuova chiesa Madre del Cristo Risorto con annesso Oratorio e relativi impianti sportivi, convinto che l’oratorio rappresentasse uno strumento di aggregazione dei giovani, dove trovare spazi e stimoli per curare anima e corpo.
Alla fine degli anni Settanta, il salone dell’oratorio si trasformò in un vivace centro di attività ricreative, teatrali e formative: Acquarica del Capo divenne in breve tempo sede di dibattiti e conferenze culturali, ospitando personalità di rilievo come Italo Mancini (presbitero, filosofo e accademico), Luigi Bettazzi (Vescovo di Ivrea e presidente diPax Christi, movimento cattolico internazionale per la pace) e David Maria Turoldo (presbitero, teologo, filosofo, scrittore, poeta e antifascista).
Missionario fidei domum
Memore dell'esperienza vissuta in Rwanda (Africa) nell'agosto del 1987, dove fu ospite delle Suore Discepole di Gesù Eucaristico, Don Tito scrisse una lettera l'8 gennaio 1991 al Vescovo Mons. Mario Miglietta, chiedendo di essere inviato in quel luogo come missionario Fidei Donum. La risposta del Vescovo fu chiara e incoraggiante: «È il Signore a chiamarti per suscitare, tramite te, un più ardente spirito missionario nella nostra comunità diocesana».
Fu così che il 22 gennaio 1991 ricevette il mandato missionario nella Cattedrale di Ugento e, il 27 gennaio, si congedò alla comunità acquaricese con parole intrise di fede, speranza e profondo affetto.
Il 29 gennaio, all’aeroporto di Brindisi ricevette un biglietto da parte di Don Tonino Bello che esprimeva affetto e stima nei suoi confronti:
«Dio sa come avrei voluto salutarti e abbracciarti e inginocchiarmi davanti a te per ricevere la tua benedizione, prima della tua partenza...
Il Signore ti custodisca nel cavo della sua mano ovunque tu metta i tuoi passi...
Aiutaci da lontano, don Tito. Perché recuperiamo tutti un nuovo gusto di vivere...
Grazie per ciò che hai fatto per me fin da quando entrai in seminario. Grazie per l’esemplarità con cui hai sorretto i primi passi del mio sacerdozio.
Tu non lo sai, ma ti sono debitore di tante cose...
Ti abbraccio.
don Tonino»
A partire dal 1991, la cooperazione missionaria tra la Diocesi di Ugento - Santa Maria di Leuca e l’Arcidiocesi di Kigali inaugurò una nuova fase: Don Tito fu il primo sacerdote “Fidei Donum” inviato in Rwanda, dove assunse l'incarico di professore di Latino e Padre Spirituale presso il Seminario Minore di Ndera.
Nel tempo promosse la costruzione di un Centro di Accoglienza per i gruppi missionari, inizialmente composto da sei alloggi, cucina, refettorio e salone, finanziato grazie alla generosa donazione di 100 milioni di lire da parte della benefattrice acquaricese Sig.ra Malvina Villani. Negli anni seguenti, grazie al contributo di volontari e visitatori, il centro si ampliò con undici camere, un ufficio-parlatorio e una cappellina.
Dal 1993, Don Tito fu affiancato dalla Prof.ssa Antonietta Stasi, volontaria laica, e da una coppia di sposi di Taurisano, incaricati dell’avvio e della gestione di una cooperativa agricola.
Per dieci anni fu al servizio della Diocesi di Kigali, alternando l’attività didattica a quella pastorale in diverse parrocchie, con il supporto di volontari provenienti da diverse Diocesi e del gruppo locale di laici "Freres du Verb".
Gli ultimi anni della sua vita furono dedicati ai poveri, agli orfani, alle vedove, ai carcerati e agli ammalati, condividendo le sofferenze della sanguinosa guerra etnica del Rwanda iniziata il 1° ottobre 1990 e culminata nel genocidio dell'aprile del 1994, che costò la vita a circa un milione di persone.
Tale periodo fu interrotto da un breve rientro in Italia, durato circa un anno, durante il quale prestò servizio come Cappellano presso l’Ospedale “Card. Panico” di Tricase. Anche in questa parentesi forzata non venne meno al suo impegno missionario: si adoperò per accogliere e mettere in salvo alcuni sacerdoti rwandesi, portandoli in Italia e sottraendoli alle violenze del conflitto.
Nel 1995, con il suo rientro in Rwanda, ripresero le attività missionarie della diocesi. Nel 1997, grazie al contributo della Provincia di Lecce, il Centro di Accoglienza Santé fu ampliato con la realizzazione di un reparto maternità. Nello stesso periodo, la diocesi presentò alla Conferenza Episcopale Italiana il progetto “Una casa per i profughi rwandesi”, finanziato dalla CEI e realizzato concretamente da Don Tito.
Il 19 novembre 2002, Don Tito morì improvvisamente presso il Centro Domus Pacis di Kicukiro, stroncato da un infarto. La sua salma fu accolta all’Aeroporto di Fiumicino dai suoi collaboratori più stretti, tra cui Don Rocco Maglie e il Diacono Oronzo Schiavano, testimoni del suo lungo cammino sacerdotale. I funerali furono celebrati dal Vescovo di Ugento, Mons. Vito De Grisantis, e il suo corpo fu tumulato nel cimitero di Taurisano.
A suggello della sua esistenza, rimane il commovente incipit del testamento spirituale redatto il 6 luglio 1983 a Cassano Murge, che ne riflette l’essenza più profonda: "Porto con me, nell’Eternità, il bene ed il male compiuto. Nient’altro. Le mie insignificanti cose rimangono nel mondo. Ne ho tante poche, anzi nessuna, perché ho vissuto distaccato e preoccupato solo di avere tesori in cielo. Il mio tesoro, la mia perla preziosa è stato ed è Gesù Cristo, cui ho posposto ogni persona ed ogni cosa”.
Con deliberazione n. 113 del 20 giugno 2025, la Giunta Comunale di Presicce-Acquarica ha accolto la richiesta di trasferimento della salma nel Cimitero di Presicce-Acquarica, avanzata dai familiari che si sono fatti "portavoce dei sentimenti della comunità locale" che non ha mai sbiadito il ricordo di chi "ha accompagnato generazioni di fedeli nei momenti gioiosi e dolorosi". Il provvedimento ha trovato accoglienza anche grazie al riservato interessamento della Parrocchia San Carlo Borromeo, nella persona di Don Luca Abaterusso.
I riconoscimenti
A proposito della morte di don Tito, Mons. Rocco Zocco ebbe a dire: “Generosa la sua morte per le profondità che ha dischiuso alle nostre coscienze fiacche e accomodanti. Consapevole di una sofferenza recidiva, ha deciso, dopo alcuni mesi di cura in Italia, di tornare per concludere il suo servizio in Rwanda, paese del quale, nel 1994, aveva vissuto anche la dolorosa esperienza della guerra civile. La sua vita è stata un dono; la sua morte, un atto d’amore”.
L’Arcivescovo di Kigali, Thaddée Ntihinyurwa, lo ricordò con parole di immensa gratitudine: “Con la sua morte, noi perdiamo un missionario zelante, un fratello umile e semplice amico dei poveri e degli ultimi di questo mondo. Educatore e professore diligente nel seminario diocesano, è stato nello stesso tempo apostolo presso i poveri di ogni genere, orfani, carcerati, ammalati … A tutti ha saputo cercare conforto e sollievo. Don Tito lascia in mezzo a noi una testimonianza di grande fede, di speranza e di carità. Egli ci ha amati e noi l’abbiamo amato. Nei momenti difficili della guerra dell’aprile 1994 egli si rifiutò di abbandonare i confratelli sacerdoti rwandesi in pericolo di morte e, alla squadra militare italiana impegnata a mettere in salvo i connazionali, disse: ’Se non ci potete salvare tutti insieme, preferisco morire con loro’. La presenza di don Tito in Rwanda costituisce un ponte di solidarietà fra la Chiesa diocesana di Ugento-S. Maria di Leuca e quella di Kigali, e i frutti ne sono un grande centro di accoglienza e di formazione e un centro di cure sanitarie, operante ad alto livello. Don Tito ha gettato i ponti, ha preparato la strada ed ha dato l’esempio. Non temete nulla, custodiremo per sempre il ricordo di un missionario coraggioso e completamente dedito agli ultimi”.
Dopo la sua morte, la Diocesi di Ugento - Santa Maria di Leuca continuò a coltivare i legami di cooperazione con l’Arcidiocesi di Kigali, realizzando vari progetti che Don Tito ebbe a cuore, tra cui la Maison d’Accueil di Ndera per ammalati soli, inaugurata nel luglio del 2004 alla presenza del Vescovo e intitolata alla alla sua memoria.
In suo ricordo, il Prof. Don Salvatore Palese curò la pubblicazione della raccolta "Carissimi", che riunisce le 275 lettere inviate da Don Tito agli Acquaricesi tra il 1978 e il 1991 per il tramite del foglio di collegamento.
Nel 2014, fu pubblicato il libro "Don Tito Oggioni Macagnino - Una pedagogia sulle orme del Concilio Vaticano II", scritto dalla giornalista e pedagogista Daniela Casciaro, nell'ambito di una collana editoriale sotto la direzione scientifica della Prof.ssa Anna Maria Colaci dell'Università del Salento: il testo restituisce la figura e il pensiero educativo del sacerdote alla luce del fervore del Concilio Vaticano II.
Il 29 novembre 2014, con una cerimonia solenne presieduta da Mons. Vito Angiuli, Vescovo di Ugento-Santa Maria di Leuca, gli fu intitolato l’Oratorio parrocchiale di Acquarica mediante una lapide commemorativa apposta nell’atrio del sagrato della chiesa Madre.
Fonti
Casciaro Daniela, "Don Tito Oggioni Macagnino - Una pedagogia sulle orme del Concilio Vaticano II", 2014, Milella; Carissimo don Tito… | dontoninobello.info;
Palese Salvatore (a cura di), "Carissimi - lettere di don Tito Oggioni Macagnino agli Acquaricesi - 1978 - 1991", Parrocchia San Carlo Borromeo, Pubbligraf, 2002)
Comune di Presicce-Acquarica, deliberazione di Giunta Comunale n. 113 del 20/06/2025;
https://www.yumpu.com/it/document/view/15383563/bollettino-diocesano-n-2-2004pdf-diocesi-ugento
https://www.tuttotaurisano.it/nuovataurisano/2020/NUOVA_TAURISANO_LUGLIO_2020.pdf








Commenti