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  • Immagine del redattorePro Loco Acquarica del Capo

Villa Stasi - Valiani (Sec. XX)


Villa Valiani in Località Acquarica
Villa Valiani in Località Acquarica

Situata su Corso Matteotti n. 28, angolo via A. De Gasperi, è uno dei rari esempi di villa esistenti in Località Acquarica. Costruita interamente in muratura all'inizio del Novecento, fu abitazione del Tenente Colonnello Cav. Noè Stasi, teorico militare autore di importanti pubblicazioni, Sindaco di Acquarica e promotore della costruzione del Monumento ai Caduti della Patria.

In origine venne chiamata Villa Egilda, dal nome della moglie del proprietario, Egilda Mauro, nata a Padova e Dama di compagnia della Regina.

Il 4 novembre 1928, sulla facciata dell'abitazione, fu apposta una lapide in memoria del figlio della coppia, Raffaele (Raffaello), studente di medicina partito volontario in guerra e morto nel 1917, i cui atti eroici gli valsero la Medaglia d'oro al Valore Militare. Sulla targa vennero incise le seguenti parole: "Ardente di fede e d'amore / dal Carso al Trentino / cadde alle Melette / XXII XI MCMXVII / Ten. Stasi Dott. Raffaello / del T. Col. Noè / per completa offerta alla patria / che con medaglia d'oro / gli consacrava la purissima gloria / del suo magnanimo sacrificio / i genitori / per sì puro e fulgido eroismo / questa lapide posero qui / dove più sorrise la sua giovinezza / dove aleggia la sua bell'anima".

La Villa fu anche teatro di eventi politici: il 19 marzo 1922 vi si svolse un pubblico comizio con l'intervento degli Ingegneri Lugi Roselli e Antonazzo venuti da Lecce, sull'opportunità di trasformare l'Associazione Combattenti (di cui Noè Stasi era presidente) in sezione del Partito Popolare Italiano.

Negli anni '60 l'edificio passò alla famiglia Valiani, da cui prende il nome attuale.

Il corpo di fabbrica è costituito da sette vani a piano rialzato, ai quali si accede da una scalinata esterna. Le coperture sono costituite da volte a padiglione e alcune sono finemente decorate. Il piano seminterrato, che si estende per tutto il fabbricato, ha le volte a botte ed è adibito a cantine e locali di deposito. L'accesso alle terrazze avviene attraverso una scala interna coperta.

Nei primi anni '30 vennero collocati i due leoni posti sulle colonne d'ingresso, fatti realizzare a Lecce. Originariamente era circondata da un ampio giardino, considerevolmente ridotto nel 1967/68 a seguito della costruzione di una strada e di alcune abitazioni circostanti.


(Fonti: Istituto Comprensivo Statale Acquarica del Capo, "Acquarica del Capo - percorsi nel territorio e nella memoria", Editrice PrintLeader, 2001; Antonio Brigante, "L'alloro sfrondato - Acquarica del Capo tra Grande Guerra e Fascismo", Collana "Cultura e Storia" della Società di Storia Patria - Sez. di Lecce diretta da Mario Spedicato, EdiPan, 2009; AA.VV., "Sociologia", Istituto Luigi Sturzo, 1985)

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